Sempre più spesso si sente parlare di dischi di memoria SSD – in contrapposizione con i tradizionali Hard Disk o HDD, hard disk drive – ma non sempre è chiaro quali siano le differenze tra i due dispositivi e soprattutto quali sono i vantaggi dei nuovi SSD.

Innanzitutto, SSD sta per Solid State Drive. Si tratta di un’unità disco allo stato solido, che si basa su una memoria flash gestita da un controller integrato, piuttosto simile all’hardware presente all’interno di una chiavetta USB. La differenza, qui, però sta tutta nello standard utilizzato. Non USB ma SATA, molto più veloce e compatibile con le schede madri più recenti.

Quali sono dunque i vantaggi dei dischi di memoria SSD? Ecco i principali:

  • Maggior velocità di scrittura e lettura, dovuta all’assenza di testina magnetica
  • Elevata resistenza a urti, temperature estreme e campi magnetici di forte intensità
  • Rumorosità molto attenuata rispetto al corrispettivo HDD
  • Minor peso e minori dimensioni

Il costo, tuttavia, degli SSD è ancora molto più elevato rispetto ai tradizionali HDD con testina e, allo stesso tempo, la durata media di un disco allo stato solido è generalmente inferiore rispetto agli hard disk tradizionali. Due parametri su cui al momento si sta lavorando molto per aumentare ulteriormente la competitività rispetto ai HDD.

In ogni caso è possibile attuare una serie di procedure per utilizzare in modo efficiente gli SDD, che hanno il grande vantaggio di presentare elevata compatibilità anche con le macchine meno recenti e nei confronti dei più svariati SO, tra cui naturalmente Windows 10. Vediamo quindi come usare al meglio gli SSD.

  • Per ottimizzare un SSD, innanzitutto, occorre limitare il numero di scritture sul disco. È quindi importante eliminare l’indicizzazione del sistema, così da evitare ulteriori operazioni di scrittura sul disco, anche perché l’SSD è molto più performante e dunque non occorre affatto velocizzare la ricerca dei file.
  • Allo stesso tempo è bene disattivare il file di paginazione, per evitare così l’allocazione su disco di programmi o altri file in esecuzione.
  • L’SSD dovrebbe contenere soltanto i file strettamente necessari, dunque il SO e i file e i programmi di più frequente utilizzo. È possibile poi memorizzare su HDD i file che consultiamo raramente.
  • Non bisognerebbe mai fare il defrag di un disco SSD. Non vi è alcuna utilità in questa operazione, anzi, farebbe solo aumentare il numero di scritture, diminuendo così la ‘vita’ del disco.
  • Il TRIM va lasciato attivo: ha lo scopo di verificare quali settori della memoria non sono utilizzati, così da evitare inutili e fastidiosi rallentamenti.
  • Da evitare anche l’utilizzo di punti di ripristino del sistema che vengono creati in automatico da Windows e, ovviamente, causano inutili scritture su SSD.
  • Infine, occorre sempre mantenere aggiornato il firmware all’ultima versione disponibile, così da eliminare eventuali bug.