Regime dei minimi e forfettario 2016, requisiti e novità

Dal 1° gennaio 2016 il regime dei minimi (con aliquota al 5%) non è più disponibile per le nuove Partita IVA. Chi necessita di accedere ad un regime di vantaggio dovrà dunque optare per il nuovo regime forfettario, disponibile per l’appunto a partire dal 2016. Di cosa si tratta esattamente e quali sono i principali obblighi fiscali a cui sottostare?

Innanzittutto occorre chiarire che chi è in regime dei minimi potrà mantenerlo fino a scadenza naturale, dunque al raggiungimento dei 35 anni di età oppure dopo 5 anni. La situazione cambia totalmente, invece, per chi desidera aprire oggi una nuova partita IVA. Vediamo in che termini.

Regime forfettario: requisiti di accesso

Il nuovo regime forfettario, tassazione e requisitiPer poter accedere al regime forfettario, occorre rispettare i seguenti vincoli:

  1. non aver conseguito ricavi o compensi superiori ai limiti indicati nell’allegato della Legge di Stabilità 2016, diversi a seconda del codice Ateco di riferimento;
  2. non aver sostenuto spese per collaboratori superiori a 5.000 euro lordi;
  3. non aver superato i 20.000 euro di costi lordi per ammortamento di beni strumentali.

Il regime forfettario si basa essenzialmente su un’imposta sostitutiva da applicare al prodotto tra il fatturato realizzato e il coefficiente di redditività (che dipende dalla tipologia dell’attività stessa). Allo stesso modo, dipendono dall’attività svolta anche i limiti di ricavi/fatturato e il coefficiente di redditività. Per determinare tali valori è necessario fare riferimento ai codici ATECO.

Regime forfettario: tassazione e aliquota

L’imposta sostitutiva prevista dal Regime forfettario 2016 è al 5% per i primi 5 anni e sale al 15% dal 6° anno di attività. L’imposta sostituisce l’IRPEF mentre sussite l’esonero per quanto riguarda l’IVA, così come accade anche per il regime dei minimi con aliquota al 5%.

Regime forfettario e INPS

Per quanto riguarda i contributi previdenziali, in caso di Gestione separata, l’aliquota sarà pari al 27,72% nel caso di professionisti senza cassa e al 18% nel caso di dipendenti privati che svolgono l’attività di liberi professionisti. È necessario, in questo caso, liquidare i contributi a saldo e in acconto, il 16 giugno e il 30 novembre di ciascun anno.